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           GIORDANIA 

              CUORE ARABO MA CERVELLO INGLESE.

aprile-maggio  2018

Cuore arabo ma cervello inglese, tutto dovuto a Re Hussein che ha trasformato una terra  di sassi e di sabbia in un paese in equilibrio tra occidente e mondo arabo stabile ed affidabile.  Formata per il 90% da zone aride, un solo fiume, il Giordano, una costa sul mare di soli 25 km, foreste che occupano solo l’ 1% del territorio, niente “oro nero”, circondata da nazioni in costante assetto belligerante, la Giordania è un vero miracolo di sopravvivenza! La sua storia però è pregna di testimonianze dal paleolitico al periodo ellenistico, romano, bizantino, da quello degli Omayyadi a quello dei Mamelucchi, dal dominio ottomano fino ai giorni nostri. La Giordania è tutta da scoprire!

ITINERARIO:

Amman-Jerash(Gerasa)-Ajlun-Madaba-Monte Nebo-Kerak-Petra-Wadi Rum-Aqaba-Mar Morto

MADABA-MONTE NEBO-KERAK-PETRA

2 maggio

Madaba

A circa 30 km dalla capitale della Giordania Amman, lungo la Strada dei Re, sorge l’antica città di Madaba che con i suoi 70.000 abitanti rappresenta una delle città più popolose della Giordania. Madaba sorta sull'antico sito biblico di Medba o Medeba, da cui ha poi preso il nome. è una delle perle della Giordania che ogni anno attira visitatori affascinati dalle sue antiche rovine e dalla bellezza dei suoi mosaici tanto da essere soprannominata la “città dei mosaici”. E fra i tanti mosaici, nella Chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, si trova il mosaico più famoso raffigurante la mappa della Palestina e realizzato appositamente per i visitatori che nei secoli giungevano in pellegrinaggio in Terra Santa. Attualmente solo una parte della mappa-mosaico si è conservata. Ammiriamo altri straordinari mosaici presso la Chiesa della Vergine e degli Apostoli.

 

Monte Nebo

 

Si prosegue per una decina di km fino al monte Nebo, localmente conosciuto come Siyagha, il punto più alto in questa parte dell’antico regno di Moab. Si può godere una vista panoramica magnifica sul Mar Morto e sulla Valle del Giordano fino alle colline dall’altro lato della spaccatura, con le torri di Gerusalemme visibili all’orizzonte. Una lastra in pietra illustra il Memoriale di Mosè. Da qui parte un viale al termine del quale è stato posto un monumento commemorativo realizzato dallo scultore italiano Vincenzo Bianchi. Il monumento, alto 6 metri, è chiamato Libro d’Amore tra le Genti; esso celebra infatti una sorta di comunione tra la Torah ebraica, il Corano musulmano e il Vangelo cristiano. Sul basamento è riportata la frase «Dio è Amore» in greco, arabo e latino.

La collina è ricordata come il luogo dal quale Mosè guardò la terra promessa di Canaan, dove Dio gli aveva proibito di entrare; e si dice che sia morto e sepolto qui. Il centro didattico è allestito come esposizione museale delle scoperte archeologiche e del loro significato storico e religioso.

Sul balcone del Nebo svetta il “serpente di bronzo”, un monumento in ferro battuto dell’artista fiorentino Gian Paolo Fantoni. Esso ricorda un altro episodio della Bibbia quando Dio, in seguito alle lamentele per la durezza del viaggio nel deserto, manda fra gli Israeliti dei serpenti velenosi che mietono numerose vittime. Il popolo pentito si rivolge allora a Mosè affinché preghi il Signore di allontanare i serpenti brucianti. Dopo che Mosè ebbe pregato, Dio gli ordina di forgiare un serpente di bronzo e di collocarlo in vista del popolo: chiunque fosse stato morsicato dai serpenti velenosi, si sarebbe potuto salvare solo guardando verso il serpente di Mosè. Per i cristiani il serpente di bronzo è simbolo di Gesù innalzato sulla croce, segno di salvezza per chi a lui guarda con fede. Una grande porta in pietra sembra sia stata la chiusura dell’ antica  basilica.

Si snoda per quasi 300 chilometri la leggendaria “strada dei re”, che parte dalla città di Madaba, nel cuore della Giordania, e arriva nella misteriosa e bellissima Petra tra tornanti che disegnano canyon mozzafiato, deserti e antichi villaggi. Percorrere il tortuoso itinerario è uno dei tanti modi per scoprire, in totale tranquillità, l’accogliente terra DI Giordania.

Ci fermiamo a Kerak, la fortezza crociata dalla possente torre di guardia al cui interno si snoda un labirinto di sale e corridoi.

Kerak

LA FORTEZZA

Fu eretta intorno al 1142 da Pagano il coppiere, signore di Montreal, ed entrata nei possessi di Rinaldo di Chatillon, signore dell' Oltregiordano, nel 1176, in seguito al suo matrimonio con Stefania di Milly. In questi anni i rapporti tra cristiani e musulmani andarono migliorando grazie all'opera di pacificazione di Baldovino IV, il re lebbroso, che strinse col Saladino una serie di tregue con le quali sperava di assicurare stabilità al regno. La mancata conquista di Kerak da parte dei musulmani fu un risultato importante per i cristiani, che poterono così prolungare la sopravvivenza del loro regno. Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1187 la fortezza rimase ancora a lungo sotto il controllo cristiano, per poi cadere nelle mani dei musulmani nel 1263.

La sua posizione sulla collina a est del fiume Giordano ne faceva un ideale punto di controllo su tutta la valle e sui gruppi di pastori beduini che vi transitavano. L'ottimo stato di conservazione, le immense sale sovrastate da archi su due livelli, l’ intrigante percorso nei suoi labirinti sotterranei impiegati al tempo come rifugi e gallerie da combattimento, fanno del sito un ricordo particolare. Presente anche un vecchio cannone turco.

In viaggio verso Petra, città unica al mondo scavata nella roccia, 2° meraviglia del mondo dopo la Grande Muraglia. In hotel ci attende la cena. L’ Hotel Old Village Resort 5 stelle, uno dei pochi in stile arabo in Giordania, dispone di tutti i più moderni servizi necessari. Il ristorante, che giova di una bella vista sulle montagne  offre anche una vasta gamma di piatti tradizionali arabi e dispone di una piscina coperta riscaldata con terrazza esterna servita da snack bar a bordo piscina.

                 

                                        Domani: Petra

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