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Per molti stranieri l’Andalusia è la Spagna e la Spagna è l’Andalusia, terra di gitani e toreri, di sole e flamenco, di città d’arte e paesini senza tempo, abitati da gente dalle usanze esotiche...Tutti questi luoghi comuni hanno contribuito a creare un’immagine dell’Andalusia ben lontana dalla realtà. Che è quella di una terra molto complessa, dalla storia antichissima, che fu crogiolo della civiltà più avanzate del mondo antico, crocevia di distinte culture e anche, per quanto sembri paradossale, terra di emigranti, di gente costretta a cercare altrove i propri mezzi di sussistenza. Da molto tempo sognavamo di fare un viaggio in Andalusia, una terra affascinante, la terra del sole e della luce e già in inverno mi sono messo al lavoro per organizzarlo. L’Andalusia rappresenta la propaggine più meridionale dell’Europa: dalla costa affacciata sul Mediterraneo si vedono già le montagne del Marocco. Il continente africano si trova proprio a un passo, e nello Stretto di Gibilterra dove faremo tappa, questa distanza si riduce a soli 14 km. 

7a tappa-Malaga

23 maggio

Di nuovo nell’ albergo delizioso della 1° tappa, il Bahia.

Anche a Malaga usiamo la formula  molto speciale “hop on hop off”  del “City-Sightseeing”che ci permette di godere di tutte le sue attrazioni godendo della maggiore libertà  e che regala viste dall’alto dei suoi autobus, a due piani e scoperti, viste panoramiche eccezionali di Malaga con un biglietto valido 24 ore il cui prezzo è di 29 €. e che comprende alcune facilitazioni compresa una piccola crociera nella baia. Potremo salire e scendere a nostro piacimento alle fermate situate lungo il percorso in base ai nostri gusti. Prima tappa domani:  l’ Alcazaba.

24 maggio

L’ Alcazaba è un edificio impressionante costruito tra il VII e XI sec, dove prima sorgeva una città romana, con le funzioni di fortezza e di palazzo, dove hanno vissuto i governanti della Malaga musulmana. Dalla pianta molto  irregolare, tutti gli ambienti sono disposti a diversi livelli per adattarsi alla conformazione del terreno e sono concentrati in due recinti di mura. Nel primo di essi (Recinto inferiore) si accede attraversando la porta della Torre del Cristo, così chiamata per essere stata usata come cappella per anni, per poi arrivare al “Patio de Armas”, ormai diventato un giardino di aspetto arabo. La torre posta nella parte orientale permette l’ uscita sulla “Coracha” un camminamento che collega a zig-zag il “Castillo de Gibralfaro”. Il secondo recinto (Recinto superiore) è difeso da possenti mura. Dalla parte occidentale si accede alla “Porta de los Cuartos de Granada”, l’ unico ingresso, mentre da quella orientale si accede alla “Torre del Homenaje”.  

Il Palazzo occupa tre cortili consecutivi. Il primo, chiamato de “Los Surtidores” (riferito agli zampilli della fontana), conserva degli archi del periodo del califfato e conduce ad un’ ambiente che a sua volta conduce alla “Torre de la Armadura Mudejar” che ha  un soffitto in legno decorato e poi alla “Torre Maldonado” con bellissime colonne ed archi e con uno straordinario belvedere sulla città. Continuando si accede al “Cortile degli aranci” e all’ “Alberca” (piscina). Una veloce visita al museo con varie testimonianze storiche ed un plastico del sito. Questa fortezza-palazzo è uno dei punti di riferimento della città, un luogo molto visitato che combina storia e bellezza nello stesso luogo.

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Ai piedi dell’ Alcazaba è stato ritrovato nel 1951 un teatro romano. Per molti secoli, il teatro romano di Malaga è rimasto nascosto sotto terra per secoli. La costruzione risale al I secolo, sotto l'impero di Augusto. Fu in uso fino al III secolo. Gli arabi utilizzarono alcuni elementi di questa costruzione, tra cui i capitelli e i fusti delle colonne, a beneficio della Alcazaba, come sostegno per gli archi a ferro di cavallo delle porte di questo edificio. Le dimensioni sono 31 metri di raggio, 16 metri di altezza. La cavea è a tre ordini di gradinate, con varchi (vomitoria) di accesso ai settori del pubblico

Non passa certo inosservata. Soprattutto se la si guarda dal ”Castello di Gibralfaro”. Stiamo parlando della Cattedrale dell’Incarnazione, un non-finito a cavallo tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, gioiello rinascimentale dell’Andalusia. Cosa manca? La torre campanaria, che avrebbe dovuto guardare a sud ed è il motivo per cui gli spagnoli chiamano questa chiesa la Manquita termine che deriva da  “manca” che sta ad indicare che non è completa. Pare che i soldi che servivano alla sua costruzione furono devoluti alla causa dell’indipendenza, nella guerra americana contro la Gran Bretagna. Anche la facciata principale non è completa, ma a compensare ci pensano il cortile e i suoi magnifici giardini. La taglia della “Catedral de la Encarnación” non sfugge e  non stupisce il perché: le sue tre navate barocche sono lunghe 97 metri, per una larghezza totale di 62. Percorriamo quella centrale fino in fondo per ammirare gli eccezionali stalli del coro opera di Pedro de Mena, scultore del diciassettesimo secolo.

Dopo uno spuntino ci rechiamo al molo “1” per la piccola crociera nella baia di Malaga che partirà alle 17:30. Siamo in largo anticipo e ne approfittiamo per dare uno sguardo a questo meraviglioso waterfront sul porto.

Attraversiamo il Paseo del Parque ed entriamo nel Paseo della Farola fino a raggiungere appunto “La Farola”, il faro simbolo per eccellenza della città di Malaga. Si  gode  una incredibile vista del Porto di Malaga e della città. Sul Muelle 1 (Molo 1) c’ è una zona commerciale e di svago, dove possiamo recuperare le forze in uno dei suoi bar. Continuiamo lungo il Muelle 2, dove in  un boulevard con il nome di El Palmeral de las Sorpresas scopriamo una piacevole area per passeggiare e rilassarci.  Un totale di 408 esemplari di palme e altre piante sono stati localizzati in questa zona, intervallati da fontane di diversi disegni insieme ad un pergolato dal design avveniristico che corre per tutta la lunghezza. C’ è anche un piccolo terminal passeggeri al servizio di navi da crociera che qui fanno scalo. Tra i Muelles 1 e 2 si trova il Centro Pompidou di Malaga, il primo centro che il prestigioso spazio parigino apre fuori della Francia. Situato in un edificio multicolore conosciuto come El Cubo, offre un’ esposizione permanente di varie opere della splendida collezione del Centre Pompidou di Parigi dei secoli ‘900  e del ‘2000.

Si è fatta l’ ora dell’ imbarco per la breve crociera nelle acque della baia di Málaga, proprio nel cuore del Mediterraneo! Saliamo sul battello molto accogliente e fornito di tutte i confort. Certo il panorama non è che possa dare tante emozioni….A parte la vista totale della città e della Playa de la Malagueta l’ orizzonte è spoglio di isole, non è come da noi a Napoli in Italia dove basta girare lo sguardo intorno e vedi tante meraviglie! Comunque c’ è la speranza di avvistare qualche delfino ma niente….saranno in siesta!

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Abbiamo ancora il tempo per ammirare Plaza della Marina e la Fuente de las tres Gracias (Fontana delle Tre Grazie) e i Jardines de Pedro Luis Alfonso dove in 6500 metri quadrati di spazio sono presenti elementi caratteristici della cultura ispanico-moresca e francese. Passeggiando attraverso i giardini è possibile trovare soprattutto aranci, mandarini e cipressi.

Al centro svetta la statua del “biznaguero” posto in onore di questo curioso mestiere di Malaga: il venditore di gelsomino. Sempre nei giardini è possibile trovare anche un'imponente voliera.  Nel 2009 i giardini furono ristrutturati e i vecchi cipressi furono sostituiti con delle  varietà più piccole e con cespugli di rose. Ci spingiamo fino alla Plaza de toros de la Malagueta ma ennesima delusione è chiusa!

Abbiamo il coraggio di percorrere tutto tutti il lunghissimo Paseo del Parque  (ne vale la pena perché abbiamo modo di apprezzare tanti edifici che vi si affacciano) fino al ristorante El Meson Iberico, già collaudato durante la nostra prima tappa a Malaga del 10 scorso. Ottima cena come sempre! Domani andremo a Ronda.

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