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architettura, arte e storia sulla via della seta

maggio 2019

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L'attuale Uzbekistan corrisponde in buona parte all'antica provincia persiana di Sogdiana, già importante in epoca achemenide (primo impero siriano). Conquistata da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., passò poi sotto il dominio dei turchi. Tra il VII e l'VIII secolo la regione conobbe il dominio degli arabi, per passare  nuovamente sotto il controllo dei turchi nel X secolo. Nel XIII secolo entrò a far parte dell'impero mongolo, prima sotto Genghis Khan e poi sotto Tamerlano e così Samarcanda diverrà uno dei grandi centri dell’ Impero Timuride e dell'Asia Centrale musulmana. Dal XVI secolo, con la dinastia di origine mongola degli Shaybanidi il paese comincia a chiamarsi Uzbekistan e nella seconda metà del secolo la capitale viene spostata a Bukhara. Emergono successivamente due formazioni destinate a durare tra alterne vicende fino alla metà del XIX secolo: il Khanato di Khiva e il Khanato di Bukhara, spesso in conflitto tra loro, e dal Settecento si formerà, più a est, il Khanato di Kokand. La regione fu per tutta l'epoca dell'Impero Safavide (XVI secolo - metà del XVIII secolo) al centro di conflitti sia con i sovrani persiani che, più tardi, con la nascente potenza russa. Nel XIX secolo, l'impero russo cominciò la sua espansione nell'Asia centrale; ma a differenza di altri territori turchi centroasiatici (Kazakistan, Kirghizistan), Khiva e Bukhara non vennero subito annesse, bensì divennero emirati vassalli della Corona Zarista. I canati uzbeki di Bukhara e di Khiva furono fondati nel XVI secolo, seguiti nel XVIII secolo dal canato di Kokand. Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917 seguì una seconda fase dei rapporti con la Russia, con la creazione, dopo varie complesse vicende, l'Uzbekistan entrò a far parte dell'Unione Sovietica. Il 1º settembre 1991 l'Uzbekistan, dichiarò l'indipendenza. Mentre gli stati baltici guidarono la battaglia per l'indipendenza, quelli dell'Asia centrale ne ebbero timore.

BUKHARA

7 maggio

La città è molto antica ma il nucleo che corrisponde all’ attuale insediamento risale al VIII secolo, al tempo dei Tahiridi  (Dinastia Tahirida: la prima dinastia di origine iraniana della Persia islamica) che regnarono per gran parte del IX secolo che, cingendolo di mura, lo trasformarono in una cittadina fortificata. I Karakhanidi, dinastia di origine turca, nel 999 occuparono Bukhara subentrando ai Samanidi e di questi conservarono il gusto della bella architettura riprendendo la strabiliante tecnica ornamentale del mattone cotto realizzando uno dei più belli e particolari minareti realizzati fino a quei tempi. Le mura erano dotate di ben 11 porte che presero ognuna il nome della città verso cui conducevano.

Tra il IX e X secolo Bukhara incentivò  i traffici sulla Via della Seta, si creando cartiere, caravanserragli e laboratori artigianali per la produzione di tessuti, tappeti e ceramiche di grande pregio. Fu anche il fulcro della cultura musulmana e soprattutto degli studi islamici divenendo grazie ai numerosi mausolei dei grandi santi e dei sufi (asceti) un importante luogo di culto e di pellegrinaggio inferiore soltanto alla Mecca, a Medina e a Gerusalemme: i credenti definiscono Bukhara la “Città Santa”.

Con più di 2000 anni di storia, questo piccolo gioiello medievale sulla Via della Seta - inserita nel Patrimonio UNESCO dal 1993 - ospita numerosi monumenti, così tanti da perderci la testa: con oltre 140 monumenti architettonici è una vera e propria" città museo". E’ composta da strade strette, parchi verdi e giardini, monumenti storici e architettonici appartenenti a epoche diverse, ma che si trovano molto vicini l'uno all'altro.

Il nome di Bukhara deriva dalla parola "vihara", che significa "monastero" in sanscrito. Un tempo era un famoso centro nel mondo islamico per studiare, ed è il luogo di nascita del grande sceicco Bakhouddin Nakshbandi.

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Dopo la colazione ci trasferiamo all’ aeroporto di Urgench e partenza con un volo interno per Bukhara dove arriviamo dopo circa un’ ora di volo. Alloggiamo all’ Hotel Shakristan con una facciata che ricorda molto l’ aspetto di una madrasa e con una hall molto sfarzosa!. Dopo il disbrigo di rito dell’ accettazione e preso possesso della camera si inizia il giro delle visite partendo dall’ “Ark”  una grande fortificazione situata nella parte nord-occidentale di Bukhara contemporanea e si affaccia sul piazzale antistante, il Registan (Registan: tradotto dall’ uzbeco significa  un “posto di sabbia” in quanto nei tempi antichi, era un spazio coperta di sabbia dove si svolgevano le esecuzioni capitali, le feste popolari, le parate e le esercitazioni militari). All’ interno, su un terrazzamento, vi si trovavano le residenze del khan, dei dignitari e della servitù, l’ harem, la cancelleria, la caserma, la tesoreria con una zecca per il conio delle monete. L’ingresso cerimoniale nella cittadella è architettonicamente incorniciato da due torri del XVIII secolo collegate da una galleria con una lunga rampa, dotata di scale laterali che si propaga sulla grande piazza e conduce attraverso un portale e un lungo corridoio coperto alla moschea di Dzhuma e poi al cortile delle cerimonie.  

L' "Ark"

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All’ interno di questo , collocato su una piattaforma, si trovava  il trono del khan di cui una riproduzione è usata dai turisti per le fotografie ricordo. Si trova anche un grande complesso di edifici tra cui uno dei meglio conservati è la moschea di Ul’dukhtaron o del venerdì, che è collegato ad una  leggenda secondo la quale quaranta ragazze furono torturate e gettate in un pozzo.

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Ci dirigiamo verso la moschea jameh Bolo Khauz che risale al 1712, detta Moschea sopra l’ acqua in quanto si affaccia su una vasca, una delle tante di Bukhara, che in passato erano la fonte d'acqua per la popolazione e purtroppo causa  di molte malattie.

Moschea jameh Bolo Khauz

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Il talar è costituito da 20 colonne  dotate di capitelli decorate con stalattiti che non furono costruite in legno di olmo  ma di albicocco dal caratteristico colore rossiccio. Un corto minareto costruito ai primi del ‘900 ha sostituito quello originale andato distrutto.

verso Hazarasp e il fiume Amu-Darya, a est

sulla strada per Urgench, a nord

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E’ in preparazione il rito della preghiera e viene allestito lo spazio esterno con i tradizionali tappeti. Non ci è permesso entrare…

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In pullman ci spostiamo verso il Complesso di lyab-i hauz, probabilmente l'attrazione turistica più popolare di Bukhara, spesso usata come punto di ristoro grazie alla sua grandezza e tranquillità, si trova nel sud-est della città all'interno delle mura ma al di fuori della cittadella, vicino alla principale via commerciale di Bukhara. Ha un grande laghetto artificiale (42 metri di lunghezza, 36 metri di larghezza e 5 metri di profondità).

Complesso di lyab-i hauz

Probabilmente l'attrazione turistica più popolare di Bukhara, spesso usata come punto di ristoro grazie alla sua grandezza e tranquillità, si trova nel sud-est della città all'interno delle mura ma al di fuori della cittadella, vicino alla principale via commerciale di Bukhara. Ha un grande laghetto artificiale (42 metri di lunghezza, 36 metri di larghezza e 5 metri di profondità). Sui tre lati troviamo la Madrasa Nadir Divan-Begi costruita nel 1622, la Khanaka (luogo per ritiro spirituale) e la Madrasa Kukeldash. Il complesso fu voluto dal visir Nadir Divan-Beghi che ordinò di costruire un laghetto  artificiale prima della sua madrasa per completare l'idea artistica del complesso.

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Secondo Dimitriy Page, l'autore di una guida di Bukhara, la costruzione fu preceduta dal seguente episodio:

 

UNA CURIOSITA’

Il visir Nadir Divan-Beghi voleva costruire un laghetto artificiale sul luogo che era occupato da una casa di proprietà di una vedova ebrea (c'erano molti ebrei nella città). Il visir  chiese alla vedova di venderlo a un buon prezzo, ma lei si rifiutò. Quindi il visir la portò all'emiro Imam Quli-Khan per convincerla ma questi inoltrò il caso al consiglio dei muftis, (avvocati islamici) ma, Secondo la loro risoluzione, il visir non poteva prendere la casa della vedova con la forza: credevano che ebrei e musulmani locali dovessero godere di uguali diritti. Pertanto Nadir Divan-Beghi ordì un piano per ottenere ciò che voleva: costruì un canale sul lato della casa della vedova e la sua acqua  cominciò a sgretolare lentamente una delle pareti. La vedova si recò dal visir per fare appello alla, ma l'uomo scaltro ripeté semplicemente il suo desiderio di acquistare la casa. Allora la vedova disse che non avrebbe preso soldi per questo; in cambio voleva un pezzo di terra e il permesso di costruire una sinagoga su di esso. Nadir Divan-Beghi accettò volentieri e diede alla donna la sua terra nel quartiere che ora è chiamato ebraico. Ben presto sorsero il laghetto e la prima sinagoga di Bukhara. Secondo alcune fonti storiche di Bukhara, lo stagno aveva il nome non ufficiale di Hauz-i Bazur , che significa "costruito con la costrizione".

La Madrasa Nadir Divan-Begi l' edificio, così come la Khanaka (luogo per ritiro spirituale) nelle vicinanze, porta il nome del visir Nadir uno dei più forti e potenti rappresentanti della dinastia Ashtarkhanid Imamkuli-khan, che regnò a Bukhara nel 1611-1642. Il suo regno fu uno dei più stabili e relativamente pacifici per Bukhara era infatti il momento in cui i governatori prestavano attenzione non solo alle guerre, ma anche all'urbanistica. In seguito fu aggiunto il caravanserraglio. La madrasa è decorata con immagine di uccelli simurgh che rappresentano l’ accesso alla conoscenza suprema rappresentata dal sole, soggetti insoliti per i monumenti islamici.  

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Nota: Simurgh, era secondo la mitologia persiana, l'uccello che viveva – come tramandano anche i racconti metafisici di Sohravardi – sull'albero dei semi, l'Albero Tūbā[1], da cui erano generate le sementi di tutte le piante selvatiche, posizionato accanto all'albero dell'immortalità (secondo alcuni studiosi, l'albero era invece l'albero della scienza). Fonte Wikipedia

Nel giardino della piazza i trova la statua di Nasreddin Khodja che cavalca un asino, Il leggendario personaggio popolare conosciuto in Aia centrale, in medio Oriente e gran parte dei Balcani il cui suo nome è legato ad un gran numero di fiabe sarcastiche e leggende, presenti anche nella letteratura del sufismo.

 

Visse ai tempi di Tamerlano e si racconta che quando gli fu detto:

-Dal momento in cui sono diventato SIgnore della città, qui non c’ è stata mai stata nessuna peste. Cosa ne dici Khodja?

Egli rispose:

-Allah è misericordioso! Non manda mai due sciagure insieme nello stesso posto!

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Nei pressi si trova la moschea Maghoki-Attar che è la più antica moschea dell'Asia centrale. L'edificio venne eretto nel IX secolo, mentre altre parti sono state aggiunte da Abdul Aziz Khan nel 1546-7[1]. Negli anni 30 del secolo scorso l'archeologo russo V. A. Šiškin trovò i resti di un tempio zoroastriano del V secolo, nonché quelli di un precedente tempio buddista. La moschea sopravvisse alle devastazioni mongole, perché (secondo la leggenda) la gente del posto la seppellì sotto la sabbia occultandola.

La moschea ospita attualmente il museo del tappeto.

Ora ci aspetta una visita interessante.

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Madrasa Chor-Minor o dei "Quattro minareti"

A proposito dei monumenti insoliti di Bukhara, prima di tutto, dovremmo parlare della madrasa Chor-Minor del 1807 su ispirazione della più antica moschea indiana Chai Minar sita ad Hyderabad in India ma che ricorda anche il Taj Mahal di Agra sempre  in India. Si trova proprio dietro il complesso Lyabi-Khauz. "Chor-Minor" significa "quattro minareti" e questo nome è ben giustificato: dagli angoli dell’ edificio della madrasa sono posti quattro piccoli minareti coronati da cupole blu, diversamente decorati l'uno dall'altro. Ciascuno dei quattro minareti ha una forma diversa. Si ritiene che gli elementi decorativi delle torri riflettano la comprensione filosofico-religiosa delle quattro religioni del mondo infatti è facile vedere che alcuni elementi sembrano una croce, un pesce cristiano e la ruota di preghiera buddista.

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Pausa pranzo al Ristorante “Bella Italia” che però non onora questo appellativo…

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Si riprende il tour con la visita alla residenza reale estiva

Sitorai Mohi Khosa

Il vecchio palazzo

Nella metà del XIX secolo, l'emiro di Bukhara, Nasrullah Khan, decise di costruire per sé una nuova residenza estiva. Per scegliere il luogo più adatto per non soffrire  il caldo estivo, gli architetti fecero ricorso a un vecchio metodo: pezzi di carne di montone  venivano  collocati nei potenziali siti di costruzione. Il luogo, dove la carne deperiva per ultima, sarebbe stato scelto per la costruzione di questa perla  suburbana di Bukhara. Sfortunatamente, questo palazzo non è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Alcuni decenni più tardi, un altro emiro di Bukhara, Mir Sayyd Muhammad Alim Khan, iniziò la costruzione di un nuovo palazzo che secondo una leggenda avesse dedicato  a sua moglie Sitora. I lavori di costruzione che durarono diversi anni ebbero come risultato una residenza di una bellezza senza precedenti grazie agli architetti che riuscirono a combinare stili orientali e occidentali. Dopo la morte della moglie dell' emiro al palazzo fu dato il suo nome: Sitorai Mokhi-Khosa, tradotto dal tagiki come "Paradiso tra la stella e la mezza luna", e questo nome è stato conservato fino ad oggi. Sfortunatamente, il Sitorai Mokhi-Khosa condivise anche il destino del primo palazzo: fu distrutto.

Il nuovo palazzo

Di grande valore artistico, costruito durante il regno dell'ultimo emiro di Bukhara Said Alim-khan accanto al vecchio e comprende vari edifici. Troviamo l' arco trionfale, la porta d'ingresso con una decorazione a mosaico, e un talar su un lato del cortile. In generale, il palazzo è stato costruito in stile europeo ma diviso per uomini e donne, e l'interno è decorato in stile orientale. L'attuale Palazzo Sitorai Mokhi-Khosa fu costruito nel 1912-1918, per ordine dell'ultimo emiro di Bukhara Mir Sayyd Muhammad Alim Khan. La costruzione coinvolse i migliori maestri di Bukhara dell'epoca, insieme a due ingegneri russi, Margulis e Sakovitch.

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Si compone di varie sale per feste, l’ harem, stanze private, una sala da tè, un piccolo minareto e un appartamento per gli ospiti, riccamente arredato. La Sala Bianca (decorata dal famoso maestro Usto Shirin Muradov) è decorata con ganch e le  pareti sono ricoperte di specchi che creano un riflesso, che viene ripetuto fino a 40 volte. La sala dei banchetti fu concepita con pareti rimovibili per variare i colori e scenografie secondo i vari periodi dell’ anno! Nel 1927, poco dopo la caduta dell'Emirato di Bukhara, il palazzo fu trasformato in un museo. Oggi ospita il Museum of Arts and Crafts che comprende mobili da palazzo dei secoli XIX-XX, gioielli e prodotti ricamati in oro realizzati da maestri di Bukhara, oggetti d'arte di porcellana russa e giapponese del XIV-XX secolo. La residenza dell'ultimo emiro di Bukhara, dove, oggi come cento anni fa, i pavoni girovagano, saluta i visitatori nei riflessi della sua antica magnificenza, come se fosse ancora disponibile per ricevere royalties e ambasciatori oltreoceano.

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In una sala viene mostrato come i bambini venivano preparati per la culla (fasciati e muniti di catetere per le femmine e una specie di imbutino per i maschietti per i bisogni corporali). Immancabile la ninna nanna finale fatta da una donna con splendidi denti d’ oro!

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Si torna in città e si visita la vecchia madrasa Abdalal-aziz Khan che prende  il nome dal suo fondatore sciita che la realizzò nel 1652-1654. Fa parte di un complesso architettonico assieme alla madrasa Ulugh Beg (1417), di fronte al bazar orientale dei gioiellieri. La sua decorazione esterna è in parte incompiuta perché il inevitabile…Khan venne detronizzato così come la decorazione della madrasa non è stato completata e l'architetto non ha terminato il progetto. E’ l'ultima grande Madrasa di Bukhara.

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Di fronte seguendo la disposizione a specchio detta Kosh ovvero di due edifici simili che si fronteggiano, c’ è la madrasa Ulugh Beg, nipote di Tamerlano, uomo di alto ingegno e sensibile alla divulgazione della cultura e delle scienze, che la fece edificare nel 1417, la prima delle tre erette per sua volontà. Il nome del costruttore di questo monumento è scritto nel timpano del portale; Ismail ibn Takhir ibn Makhmud Ispfargoni. È possibile che sia un nipote di uno dei maestri catturati da Timur in Iran e che hanno lasciato il loro nome sul portale del complesso Gur-Amir a Samarcanda. La facciata, decorata con piastrelle di maiolica per volere di Abdullah Khan nel 1585, si conclude con due minareti che in origine erano molto più alti.

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Una capatina ai bazar la cui costruzione risale al XVI secolo quando la città divenne capitale e per un centro come Bukhara, punto di scambio di merci lungo la via della seta, erano un fattore di estrema vivacità. Lungo le direttrici principali si contano diversi bazar:

Taki-Sarrafon

Questo bazar si trova non troppo lontano dal Lyab-i Hauz e era il bazar dei cambiavalute. Venne costruito verso la fine del XVI secolo, laddove sorgeva un aryk (acquedotto).

Taki-Telpak Furushon

Era in origine il bazar dei cappellai. Una delle strutture interne più in evidenza è senza dubbio la grande cupola sferica di 14,5 m di diametro dove si concentrano la maggior parte dei negozi.

Taki-Zargaron

La parola zargaron significa "gioielli", infatti questo era il bazar dei gioiellieri con 36 negozi. Secondo le cronache di Khafizi Tanysh nel 1569-70 esso era il più antico e importante bazar della città.

Tim Abdullakhan

Anche questo bazar con imponente cupola, è ricco di attività commerciali.

Gironzoliamo per questo bazar pieno di botteghe che mettono in vendita souvenirs per i turisti. Noi non compriamo nulla in quanto abbiamo già in mente cosa portare a casa come ricordo….Incontri inaspettato: una coppia di sposi e un suonatore di doimbra, liuto decorato a manico lungo con corde in metallo.

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Torniamo in hotel per riposare. Questa sera assisteremo ad uno spettacolo di danze e canti intercalati da sfilate di moda di produzione locale nella suggestiva cornice della madrasa Nodir Divan Beghi con relativa cena.

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8 maggio

Stamane una visita molto importante:

Mausoleo di Ismail Samani

Di tutti gli edifici medievali di Bukhara, è di particolare interesse. Questo capolavoro architettonico di fama mondiale fu costruito alla fine del IX secolo. Ismail ibn Aḥmad, noto anche come Ismail Samani, era l' emiro Samanide di Transoxiana e Khorasan e il figlio di  Ahmad ibn Asad e un discendente di Saman Khuda, l'omonimo antenato della dinastia Samanide che rinunciò allo zoroastrismo e abbracciò l' Islam.  (La dinastia  Samanide deve il suo nome a Saman Khoda, il capostipite, rappresentante della vecchia aristocrazia persiana, e fu quindi una delle prime dinastie indigene della Persia islamica. Fu vassalla degli Abbasidi da quando i quattro nipoti di Saman furono ricompensati con territori dal califfo per il loro fedele servizio, fino al regno di Ismāʿīl I che si rese di fatto indipendente. Ismāʿīl conquistò i domini dei Saffaridi (900) e degli Zayditi del Tabaristan, ed estese il suo impero su ampie zone dell'Asia centrale, sull'Afghanistan e sull'Iran orientale. I suoi successori non riuscirono a continuare la sua politica e caddero sotto l'influenza dei turchi della guardia reale (Ghaznavidi), che divennero dominanti a corte e che misero fine, insieme ai Karakhanidi, al regno samanide nel 999. L'ultimo rappresentante della dinastia, Isma'il II, cercò di salvare alcuni suoi territori ma fu assassinato nel 1005) Fonte Wikipedia

Il mausoleo fu eretto come cripta di famiglia subito dopo la morte del padre di Ismail Samani. Più tardi, anche lo stesso Ismail e suo nipote Hasr vi furono sepolti. Erigere cripte era contro la legge islamica in quel momento, perché l'Islam proibiva di erigere qualsiasi monumento post-mortem sulle tombe dei credenti musulmani tuttavia, il divieto fu rotto a metà del IX  secolo da uno dei califfi in persona, per il quale fu costruito uno speciale mausoleo, pertanto Ismail si limitò a seguire il suo esempio. ll mausoleo rivela un’ architettura molto semplice che si vede nella sua composizione composta da una cupola semisferica che poggia su un cubo di 9 mt di lato e nel disegno equilibrato delle facciate identiche e degli interni. Il nucleo è caratterizzato da regolari mattoni cotti che formano motivi orizzontali e verticali sulle pareti. La buona conservazione dell’ edificio fu possibile in quanto durante l’ invasione dei turchi fu ricoperto interamente di terra come era accaduto per la moschea Maghoki-Attar. Scomparso nel nulla per molti secoli, fu rinvenuto nel 1930 dall’ archeologo russo Sciscin.

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Ed ora 

 Poi-Kalyan

Il complesso architettonico principale nel centro di Bukhara, situato sulla strada per il commercio all’ incrocio di "quattro bazar". Kalyan significa "il piedistallo del Grande" dove “Grande” si riferisce al minareto della omonima moschea.  Vi si trovano quattro  monumenti: la moschea di Kalyan e la madrasa Miri-Arab, l'una difronte all'altra; tra loro c'è il minareto e a sud di Miri-Arab c'è la piccola madrasa Amir-Allimkhan.

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La moschea

Risale al 1514 ed è la seconda più grande dell'Asia centrale con un' ampiezza di 127 per 78 metri e può ospitare 12.000 credenti. Il perimetro del cortile è costruito con gallerie a cupola (ci sono 208 pilastri e 288 cupole). La moschea è abbastanza semplice e tradizionale nel disegno e ha poche decorazioni, solo il portale è riccamente decorato. È interessante notare che la ricerca archeologica ha rivelato una decorazione precedente, composto da piastrelle a sei lati e un bordo di mosaico, contrassegnato dal nome del maestro che lo ha creato, Bayazid Purani, e risale al XV secolo.

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Il minareto

Una serie di fasce orizzontali salgono verso la sommità; i mattoni sono disposti in rilievo e diventano particolarmente risaltanti quando sono colpiti dai raggi del sole. Hazar-baf (mille tessiture) è il temine persiano che indica questa tecnica di disporre i mattoni ad ispirandosi ai tessuti pregiati. All'inizio del XII secolo Arslan-khan ordinò di ricostruire il minareto della vecchia moschea ma quando i lavori di costruzione furono terminati, il minareto crollò e 2/3 di esso furono danneggiati, Arslan-khan ordinò di ricostruirlo. Con iscrizione in maiolica turchese, sotto la leggera cornice, si legge che fu terminato nel 1127. L’ architetto fu Bako il quale poste le fondazioni sparì per evitare di venire sollecitato dal governatore prematuramente al prosieguo dei lavori.  Si racconta che tornò solo quando fu sicuro della buona tenuta della fondazione che era posta a ben dieci metri sotto terra. Con i suoi 45,6 metri di altezza, una base con un diametro di 9 metri, era allora l'edificio più alto del mondo. Meravigliato per la sua bellezza, Gengis Khan evitò di farlo distruggere. Più assomigliante ad una torre che ad un minareto fu l’ ispirazione per altri che in seguito furono realizzati fino al XX secolo anche in altre città dell’ Asia centrale. Si ricorda che Il Mangit Uzbeks-khan giustiziava ladri e criminali facendoli gettare, chiusi in un sacco, dall’ alto del minareto.

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La Madrasa Miri-Arab

Si trova si fronte alla moschea e fu costruita nel 1535 da Sayyid Mir Abdullah, un santo sufi yemenita che divenne noto con il nome di Mir-i-Arab, e finanziata da Ubaydulla-khan con la vendita di tremila schiavi persiani. La madrasa ha una forma rettangolare semplice di 73 per 55 metri con due bellissime cupole blu che torreggiano dietro il portale. Uno copre la darkhana (classe), l'altro la gurkhana, lo spazio dove sono sepolti Mir-i-Arab e Ubaydullah che stranamente non hanno avuto un loro mausoleo. Ad eccezione di un breve periodo (tra il 1925 e il 1946), questa è sempre stata una madrasa funzionante. Ora ospita 150 studenti che sono impegnati in diverse discipline islamiche per cinque anni. La madrasa fu restaurata nel 1997.

NOTA A MARGINE:

Le molte madrase di Bukhara hanno una bella architettura e decorazioni raffinate, pur tuttavia  gli studenti vivevano in piccole celle buie, solitamente senza finestre, nelle quali dovevano preparare i pasti e bruciare legna per il riscaldamento.

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La Madrasa Amir-Allimkhan

Dietro il minareto si trova questa piccola madrasa costruita nel 1914 e dal 1924 utilizzata come biblioteca per bambini. Anche qui il computer sta prendendo il sopravvento sui libri e l'aspirazione per i giovani uzbeki al giorno d'oggi è principalmente quella di diventare ricchi…..

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Di nuovo al bazar –quello che noi chiameremmo meno poeticamente mercato–. ed altro incontro con suonatrice di liuto. L’esplorazione d’un bazar In Uzbekistan è caratterizzato dal  richiamo allo straniero “Frans!” e guardano con simpatia….interessata… anche noi italiani, accennando ad Al Bano, a Toto Cotugno e a qualche squadra di calcio. Questo è quello che arriva di noi in Uzbekistan: dovremmo prestare più attenzione alla nostra immagine internazionale.

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Jasur, la nostra guida, ci accompagna in un laboratorio di “marionette” di cartapesta dipinta, dove l’emiro, le belle dell’harem e i coraggiosi cavalieri, tutti in favolosi costumi, son pronti ad inscenare eroiche imprese ed amori fatali. Ne acquistiamo due. Gli spettacoli di burattini sono una tradizione consolidata in molti paesi e  la tradizione del teatro dei burattini in Uzbekistan risale al VI-IV secolo a.C., tuttavia, fu nel XIV secolo che ottenne un'ampia diffusione, sotto l’Impero Timuride,  creato dal condottiero turco-mongolo Tamerlano. Ancora oggi le rappresentazioni vengono fatte nei teatri dell'Uzbekistan e il laboratorio dove ci rechiamo è, a detta dell’ insegna,  il più importante dell’ Asia centrale.

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IL NOSTRO ACQUISTO

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Immancabile ed inevitabile…sosta in un mercato di tappeti….

Dopo un giro in centro per vedere il minareto illuminato ceniamo in un bel ristorante posto su un terrazzo da cui si gode una bella vista sulla città. Una mezza luna nel cielo fa da sfondo al  minareto Kalyan illuminato.

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Ultima notte a Bukhara domani partenza per

Samarcanda con sosta a Shakrisabz.

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