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                     INDIA, UNA TERRA ED UN POPOLO CHE STUPISCONO!

 

L’India è un sogno. E’ ricerca spirituale. E’ un intimo viaggio nel ventre della specie umana. A seconda dei contesti, può rappresentare estrema povertà, vertiginosa crescita economica, e il secondo per numero di abitanti. Ospita più di un miliardo frenetica ricerca del successo. Non esiste altro posto al mondo che possa rispecchiare in maniera così fedele le sfumature dell’animo umano. Un paese enorme, il settimo al mondo per estensione geografica di persone. Nonostante l’estremo stato di povertà in cui vivono ancora troppi indiani, il Paese vanta la seconda economia del mondo (dopo quella cinese) per crescita annuale.

Sull'India sono stati scritti fiumi di parole. Chiunque da Pasolini a De Cataldo, passando per Moravia hanno scritto le loro impressioni su questo immenso paese. A quanto pare l'India ispira la creatività! Secondo me un viaggio impegnativo come questo va preparato bene nel senso che, ritengo si debba tenere conto - prima di andarci - di tutta una serie di elementi : che tipo di viaggiatori si è, dove si vuole andare, cosa si vuole vedere, quanta fatica si è disposti a fare ecc. e per evitare di tornare a casa e dire le solite cose tipo: che disastro! Se certe cose "danno fastidio" tanto vale starsene a casa e vedere l'India in tv: gli aspetti più "forti" non si vedono e, soprattutto, gli odori non si sentono. Se i cadaveri che bruciano sulle pire lungo il  Gange o se  gli storpi che chiedono l'elemosina vi fanno impressione e nel vostro itinerario di viaggio è compresa Varanasi che, come potrete leggere su qualsiasi guida dell'India, è la città dove gli indù vanno a morire, non prendetevela con le tradizioni indù ma con voi stessi perché non vi siete informati prima! L’India è enorme e i vari stati di cui è composta sono molto diversi gli uni dagli altri dal punto di vista geografico, climatico, culturale, faunistico ecc. Noi abbiamo scelto il Rajastan che dal punto di vista architettonico ci sembrava più interessante: e interessante lo è, vi assicuro. Secondo la nostra esperienza, la scelta dell’agenzia è determinante per la buona riuscita di un viaggio in India. Noi ci siamo appoggiati al tour operator "I VIAGGI DELL' ELEFANTE" che abbiamo già avuto modo di apprezzare nel viaggio in Cina del 2010.

 

Qui di seguito cercherò di raccontarvi della nostra avventura in India, sperando di poterne cogliere i tratti più importanti e di aiutare tutti quelli che vogliono visitare questo paese.

 

Itinerario: Il tour prevede alcune tappe imperdibili.

 

DELHI–VARANASI-KHAJURAHO-ORCHA-FATEHPUR SIKRI– JAIPUR–PUSHKAR– JODHPUR–RANAKPUR–UDAIPUR

 

 

 

 

 

 

 

2a tappa: VARANASI (Uttar Pradesh)

 

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SLIDESHOW

14 settembre    

L' Uttar Pradesh si estende occupando buona parte della pianura alluvionale del Gange, il Doab, sulla quale scorrono altri grandi fiumi e i loro affluenti. Quasi tutte le principali città dello Stato sorgono sulle rive di questi fiumi. E' uno Stato ricchissimo di storia e di tradizioni e sulle rive e alle confluenze dei suoi fiumi si svolgono quotidianamente da millenni i riti e le celebrazioni più sacre per gli Indù. Il pellegrinaggio a Varanasi la città eterna dell'India è la stella polare di ogni indù osservante.  Ci trasferiamo in mattinata all' aeroporto Indira Gandhi di Delhi da dove un volo Air India ci porta a Varanasi in poco più di un' ora. A bordo una gradita sorpresa: i posti in economy sono tutti pieni...ci spostano in business class! Che fortuna! Trasferimento all' hotel Taj Gateway e pranzo. Facciamo tappa in una fabbrica per la lavorazione Zari, tessuto con ordito in filo metallico dorato o argentato,  Sono celebri, in particolare, i broccati di seta tessuti con questa tecnica; i tessitori, prevalentemente musulmani, vengono chiamati Karigar, che significa semplicemente Artista. Osserviamo i telai sia quelli tradizionali che quelli che operano con schede perforate e ovviamente assistiamo ad una esibizione di merce, abbastanza cara, che viene offerta in vendita. Acquistiamo un piccolo arazzo raffigurante Ganesh, il dio elefante, e alcune pashmine. 

                                                               Origine e significato della parola „ Pashmina“

Pashm“ è una parola d’origine persiana e significa „lana“, giunta fino in India assieme alla tecnica della lavorazione a maglia delle sciarpe e lì la parola è stata usata per indicare il cachemire. La parola „Pashmina“ dunque deriva da „pashm“ ed indica appunto un prodotto di cachemire. A partire dal XIX secolo, in seguito all’esportazione di questi scialli di cachemire in Europa, la parola Pashmina si è diffusa anche in occidente come sinonimo di scialle di cachemire particolarmente pregiato.

 

Nel pomeriggio a bordo di un risciò a pedali percorriamo le stradine della città che ci offrono un campionario veramente unico di persone, negozi di ogni specie, colori, odori, cappelle. votive e soprattutto le vacche sacre, tante ma tante vacche sacre, arriviamo sulla riva occidentale del Gange. L'aspetto più sorprendente della città, a prima vista, è lo straordinario affollamento di templi e palazzi sulla riva occidentale del fiume Gange - i principali dei quali sono vietati ai non indù - mentre la sponda orientale è totalmente deserta e sabbiosa. Millenni di piene hanno provocato questa curiosa disposizione. Gli Indù, com' è noto, credono che morire a Varanasi sia garanzia di estinzione del Karma e dunque di liberazione dal ciclo delle rinascite, perchè la città riunisce tutte le virtù purificatrici presenti in altri centri di pellegrinaggio rituale. Sui Ghats, le scalinate che degradano fino in acqua, c'è chi lava i panni accanto a chi prega, chi si fa lo shampoo vicino a chi sparge le ceneri del caro estinto. Chi adagia sulla corrente offerte di fiori e cibo disposte su larghe foglie, chi semplicemente attende la morte, polverosi Sadhu, gli asceti, che espongono le loro medievali mortificazioni corporali e algidi Brahmani, i sacerdoti, sotto grandi parasole che dispensano sacri mantra ai pellegrini. Presenziare a queste scene così intime può risultare imbarazzante per alcuni o attraente per altri, ma é comunque utile ricordare la sostanziale indifferenza degli Indù a questo proposito, i quali generalmente, nel mentre sono impegnati in riti e preghiere, reagiscono alla nostra presenza sul fiume con lo stesso interesse riservato ad un eventuale rumore improvviso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Su un barcone condotto da un taciturno rematore di nome Pannalal costeggiamo la riva lungo i Ghats, i gradini che portano al fiume, dove si bagnano i pellegrini e dove i santoni predicano a gruppi di fedeli ammirando i magnifici palazzi che costeggiano il fiume. E' quasi sera e ci avviciniamo con discrezione al luogo dove avvengono le cremazioni. Alte fiamme illuminano le figure dei becchini e nell' aria si diffondono strani odori di incensi, di legna che arde e di carne che brucia, cadaveri in attesa su letti di bambù e ricoperti avvolti in  sgargianti panni colorati.......Visione dantesca! Torniamo abbastanza sconvolti dalle scene viste ma consci che dobbiamo misurare il nostro potere di sopportazione di visioni inusitate in Europa. Intanto sul Gath Manikarnika da cui siamo partiti si è radunata una folla immensa che assiste ad una cerimonia religiosa vista anche da gente sulle barche ormeggiate lungo la riva. Mentre scendiamo a terra un' inaspettata pioggia si scatena all' improvviso e noi, senza alcun riparo, ci inzuppiamo letteralmente di acqua. Tentiamo di sfruttare un riparo affollatissimo con scarso risultato anzi una vacca sacra cerca di unirsi al gruppo con generose spinte.......Giocoforza non possiamo non accoglierla......è sacra! Ma non è finita. Dovremmo tornare a bordo del risciò a pedali ma l' acqua che ormai, quasi come un fiume in piena, scorre con molto impeto lungo la discesa e  che ci arriva alle ginocchia non ci permette di effettuare questo trasferimento e la nostra guida saggiamente ci procura un risciò a motore con abitacolo chiuso che ci riporta in albergo. Siamo bagnati fradici e solo  per fortuna la lavanderia dell' albergo ci salva con le sue macchine asciugatrici ma per le scarpe dobbiamo usare il phon che troviamo nel bagno della nostra camera. Avventura fuori programma. Che qualche dio indù ci abbia voluto purificare avendo capito che siamo grandi peccatori? Chissà! Per consolarci, lauta cena! Domattina sveglia all' alba per assistere al rito delle abluzioni.

 

 

15 settembre

Sveglia alle ore 4.00.....Viaggiare è anche sacrificio! Sulle rive del fiume , largo qui settecento metri e che scorre imponente, da innumerevoli secoli, ogni mattina al levar del sole, migliaia di pellegrini accorrono dalle più remote province dell' India. Tutta la cornice del Gath è affollata di devoti che si preparano alla preghiera mattutina e ognuno è assorto nei suoi atti religiosi come fosse solo; una infinita varietà di figure, movimenti e colori da allo spettacolo un aspetto magico. Ognuno di essi scende in acqua, si immerge e si strofina generosamente il corpo con l' acqua sacra a volte bevendone un sorso.....Nessuno bada a noi intrusi raccolti come sono in religioso silenzio e raccoglimento. Spettacolo indimenticabile! Come pure indimenticabile sarà il percorso che la guida ci fa fare lungo la stradina che risale verso la sommità del Gath tra cataste di legna che serviranno per le cremazioni affannosamente sistemate in buon ordine dai lavoranti, vacche sacre, e tante cappelle, o tempietti che dir si voglia, da cui escono canti reigiosi. Torniamo in albergo e poi trasferimento in aeroporto per il volo che ci porterà a Khajuraho in Madhya Pradesh.

                                                                                

SLIDESHOW

SI DICE:

TANTO FORTE E' L' IMPATTO CON QUESTO LUOGO, I SUOI MILLE CONTRASTI I SUOI COLORI E LE SUE DRAMMATICITA'  CHE LASCERA' UN SEGNO INDELEBILE IN OGNUNO DI NOI.

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