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“THE   AMERICAN   WAY   of  LIFE” 

Tra la West Coast e la Sierra Nevada  2008



IL NOSTRO VIAGGIO
 
 
 
 
 
 

 

In viaggio per visitare la West Coast ed in particolare le “Californie”, non è un errore questo plurale, ognuna orbitante intorno ad altrettanti punti focali: San Francisco e Los Angeles; due metropoli delle quali sembrano riflettere lo stesso carattere: tollerante ma più scontrosa ed europea la prima, vivacissima e solare la seconda. Basta aggiungere a tutto questo l’ incomparabile serie di bellezze naturali ed ecco le ragioni di un viaggio nella terra di un mito. 

Nove aerei (di cui due ad elica) e due elicotteri, questi i mezzi di trasporto che abbiamo usato nel nostro viaggio nella West Coast  che, passando per San Francisco e  Los Angeles ci ha uniti ai milioni di turisti che da tutto il mondo non riescono a sottrarsi al fascino di questa terra sulla costa pacifica. Anche l’ entroterra, però, offre una natura spettacolare: maestose montagne, splendidi laghi, affascinanti deserti. Non dimentichiamo Las Vegas, il paradiso per eccellenza del gioco d’ azzardo, che si trova in mezzo al deserto  e nel periodo estivo registra temperature diurne che superano abbondantemente i 40°C. Eppure la città “non dorme mai” e di notte è più luminosa che di giorno.

L.A. is my Lady - Frank Sinatra
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 4a tappa   LOS ANGELES

LOS ANGELES

La “città degli angeli” si presenta come una metropoli di grande fascino, in cui la società multiculturale è già una realtà consolidata. In origine avamposto spagnolo in mezzo a una distesa polverosa è diventata nel giro di 200 anni una delle più grandi e composite città del mondo.

4 settembre

Il nostro albergo, il Wilshire Grand, è posto in una zona strategica, vicinissima alla metropolitana, alla Union Station e a molti luoghi d’ interesse. Iniziamo la visita della città incamminandoci lungo South Flower Street incontrando Il Fine Arts Building, la Central Library per arrivare poi al Walt Disney Concert Hall, sede della Los Angeles Philarmonic Orchestra, che spicca nel panorama architettonico e culturale della downtown. Le “vele” esterne sono rivestite da pannelli di acciaio inox, mentre la sala da concerto ha un soffitto in legno che garantisce un’ acustica perfetta. Proseguendo eccoci apparire la nuovissima cattedrale della Madonna degli Angeli che, dietro un esterno che ricorda quasi una fortezza, nasconde una unica navata minimalista capace di accogliere oltre tremila persone. E’ la prima cattedrale cattolica costruita nell’ ovest degli Stati Uniti negli ultimi trent’ anni. Passando per il Civic Center notiamo sulla facciata dell’ edificio della “Superior Court”  le significative statue di Mosè con le tavole della legge, Carlo Magno con la Magna Cartha e George Whashington con la dichiarazione d’ indipendenza. Ancora più avanti c’ è El Pueblo de Los Angeles, lo storico quartiere nei pressi del luogo dove nel 1781 venne fondata Los Angeles, che comprende palazzi che risalgono all’ inizio del XIX secolo quando la città ero un piccolo avamposto spagnolo. L’ arteria principale è Olvera Street, che oggi è tornata ad essere una vivace strada, dal 1930 sede di un caratteristico mercato e di negozietti e ristoranti messicani. Non possiamo mancare ad ‘Avila Adobe, la più antica casa di Los Angeles, fatta costruire dal sindaco Don Francisco ‘Avila nel 1818. Nel tempo fu adibita a caserma e pensione. Oggi restaurate, le stanze si presentano com’ erano intorno al 1840. Uno sguardo alla Union Station, costruita nel 1939, sontuosa stazione che incorpora tratti architettonici delle missioni spagnole ed elementi art decò e modernisti e con la linea metropolitana torniamo verso l’ albergo per visitare meglio la zona della Downtown. Il parzialissimo sistema della linea metropolitana, assolutamente insufficiente e ancora in lentissima costruzione a causa della natura sismica del sottosuolo, è comunque molto moderno.

 

5 settembre

La giornata di oggi è dedicata a Little Tokio e a Long Beach.

La presenza giapponese a Los Angeles è attestata fin dl 1880, ma il drastico intervento urbanistico degli anni sessanta del secolo scorso ha sostituito agli edifici originari una grigia architettura moderna. Trascorriamo tutta la mattinata a Little Tokio, quartiere giapponese squisitamente curato, pieno zeppo di sushi bar e di negozi che offrono prodotti della terra del Sol levante. Quando decidiamo di avviarci verso Long Beach causiamo senza volerlo un problema ad una coppia di anziani coniugi nipponici fermi alla fermata dei bus.. Chiediamo loro  informazioni sulla più vicina stazione della metropolitana e, mentre lei ci risponde, arriva un bus ed il marito vi sale all’ insaputa della povera donna. Il bus riparte e la signora disperata non trova più il marito accanto a lei: cosa che peggiora la situazione è che lui si accompagna ad appoggi ortopedici avendo difficoltà di deambulazione! Anche noi siamo dispiaciuti ma comunque lei ci rassicura che il servizio a bordo dei mezzi pubblici è molto efficiente e certamente la polizia riporterà il marito dove lei ora si trova. In Italia forse ci sarebbe stato bisogno della trasmissione “Chi l’ ha visto?”……. Finalmente siamo a bordo di una vettura della  Blue Line della metropolitana che in circa 50 minuti ci porta a Long Beach distante circa 40 km dal centro. Spazi enormi, darsene zeppe di imbarcazioni da sogno, tanto verde e tanta bella gente: questa è Long Beach che malgrado la sua tradizione operaia e portuale, si è trasformata in un centro culturale e finanziario. Ammiriamo infatti il World Trade Center, il Convention and Entertainment Center e lo Shoreline Village dal tipico aspetto di borgo marinaro pieno di ristoranti, negozi ed attrazioni. Ci abbandoniamo ad una lunga passeggiata lungo la banchina che offre una magnifica vista sulla San Pedro Bay e sentiamo da lontano una musica che conosciamo:  è “Georgia on my mind” interpretata da un gruppo di artisti, si fa per dire di “strada”, che non hanno nulla da invidiare ai più titolati professionisti! E’ ormai il tramonto e torniamo all’ albergo con una immensa gioia nel cuore: immagini e suoni, cosa può appagare di più? Domanii ci aspetta Hollywood!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

HOLLYWOOD

6 settembre

In metropolitana raggiungiamo Hollywood dove il volto urbano e quello del sogno di celluloide si sovrappongono. Prima di immergerci nel mondo variegato dell’ Hollywood Boulevard, voglio fare una veloce visita all’ Hollyhock House, centro d’ arte pubblico, in origine casa della petroliera Aline Barnsdall progettata nel 1921 dal grande architetto Frank Lloyd Right. Lungo i celebri marciapiedi della  Walk Of Fame, stelle di marmo e ottone immortalano Elvis, Lassie e più di 2000 star scelte tra attori di teatro, cinema, televisione, radio e musica. L’ abbagliante insegna di Hollyvood Sign che campeggia su Mount Lee punta ad attrarre immediatamente l’ attenzione. Le lettere, alte ben 15 metri, sono in lamina di metallo e sono lì dal 1923. Siamo sull’ Hollywood Boulevard ed ecco la Capitol Records Tower che ricorda una pila di dischi sormontata da una punta luminosa che scrive “Hollywood” in alfabeto Morse, il Pantage Theatre tornato al suo originario splendore art deco, il Capitan Theatre che ospita in prima visione i film di Walt Disney, il Mann’s Chinese Theatre il cinema più famoso del mondo, l’ Egyptian Theatre prima sala a tema costruita nel 1922. Ma l’ Hollywood Boulevard è anche il luogo dove ci si può far fotografare con ragazzi travestiti da Batman e Robin o personaggi del mondo del cinema e delle fiabe. Frastornati dalla folla che riempie letteralmente la strada, siamo quasi sospinti verso l’ Hollywood & Highland Center uno dei motori della rinascita di questa “città dei sogni” che comprende negozi, ristoranti, locali notturni, cinema , alberghi e il Kodak Theatre che, con i suoi 3600 posti ospita la cerimonia degli Oscar. Ed è proprio in questo mega complesso che assistiamo dal vivo al concerto dei Tokio Hotel, gruppo idolo dei teenagers di tutto il mondo, che si esibiscono davanti ad una folla di fans scatenati. La musica è potente e ci frastorna ma siamo consapevoli che, malgrado i cambiamenti, il mito che alimenta questa “fabbrica dei sogni” resiste! Domani torniamo in Italia felici di aver visitato la West Coast ed in particolare le “Californie”, non è un errore questo plurale, ognuna orbitante intorno ad altrettanti punti focali: San Francisco e Los Angeles; due metropoli delle quali sembrano riflettere lo stesso carattere: tollerante ma più scontrosa ed europea la prima, vivacissima e solare la seconda. Basta aggiungere a tutto questo l’ incomparabile serie di bellezze naturali ed ecco le ragioni di un viaggio nella terra del mito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SLIDESHOW

Di nuovo alla trasmissione "Alle falde del Kilimangiaro" condotta dalla splendida Licia Colò con il video rportage del nostro viaggo. Stavolta non abbiamo vinto ma le preferenze in netta maggioranza sui nostri concorrenti accordateci sul sito di Rai3 ci hanno confortato ampiamente!

SLIDESHOW

prima parte
seconda parte

Le immagini della trasmissione

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